Incontro di Dante e Beatrice in S. Croce.
Firenze
Alessandrelli.
Imaginate voi una mattina fiorentina sulla fine del '200?
Pensatela in una chiesa dalle navate acute protese sulle nude
colonne come braccia alzate verso il cielo. Pensate nell'ombra
solcata dalla luce policroma delle alte finestre istoriate, pensate
adunato in preghiera il popolo forte da cui stava nascendo la
nova storia ideale d'Italia.
Non passarono dunque mai in una mattina di solennità sacra,
in una chiesa fiorentina tra la folla in preghiera, Dante e Beatrice
di Folco Portinari? E accanto ad essi Giotto ed il suo Maestro
superato? Imaginatelo. E poichè avrete imaginato per un attimo
questo incontro, voi avrete visto in simbolo nascere la storia nova
d'Italia. Chè Cimabue superato dall'allievo portentoso significò
la nascita della Pittura Italiana e certo Giotto udì dalla folla in
preghiera, la folla che volle alzata S. Maria del Fiore, certo udi
da tal folla il grido di fede lanciato nell'azzurro del cielo, che
egli tradusse in marmo candido nel bel Campanile. E Dante
giovinetto non vide dunque in una chiesa di Firenze Beatrice
più divina che non nell'alto dei cieli? E da questo amore della sua
giovinezza e dalla fede professata nei templi solenni, colmi di po-
polo e dalla nova lingua di questo popolo non trasse Egli dunque
nel petto immenso la voce onde cantò per tutti i secoli d'Italia?
F. Sborgi.
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